Firefox-Google: rinnovato l’accordo!
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Nei giorni scorsi il blog della Napoliweb ha riportato la notizia delle presunte difficoltà del browser di Mozilla, a causa del sorpasso subito da parte di Chrome e della scadenza dell’acordo economico stipulato proprio con Google.
Due eventi quasi in contemporanea che sembravano profilare all’orizzonte un futuro non del tutto roseo per la Fondazione Mozilla, anche se era sempre in piedi la possibilità di stipulare un nuovo accordo con una Microsoft naturalmente alla finestra.
Tutte le voci sono però venute a cadere quando si è diffusa la notizia del rinnovo dell’accordo dopo lunghe trattative. La partnership andrà avanti per altri 3 anni, con Mozilla che beneficerà del denaro di Google (molto denaro, sostengono voci ben informate: si parla di 300 milioni di dollari annui) e il motore di ricerca principe che invece continuerà a restare quello predefinito su Firefox e naturalmente ad arricchirsi dell query di ricerca provenienti dal browser.
Con questo nuovo accordo, il “panda rosso” va a triplicare gli introiti annui per la fondazione Mozilla, che si garantisce risorse per lo sviluppo dei propri prodotti – e forse non a caso in questi giorni è stato reso disponibile il nuovo Firefox 9, con sostanziali modifiche durante l’esecuzione di codice JavaScript.
A quanto pare, l’opzione di default per il motore di ricerca incorporato nel browser continua ad avere un valore elevatissimo, e la forte concorrenza scatenata contro Google da Bing e Yahoo ha giocato un ruolo fondamentale nell’innalzamento dei termini economici dell’accordo.
In definitiva, chi è affezionato alla volpe di fuoco potrà dormire sonno tranquilli e continuare ad affidarsi al simpatico animaletto informatico per le sue navigazioni.
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Uno standard XMPP per Windows Live Messenger
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Microsoft ha annunciato sul suo blog ufficiale l’integrazione di uno standard aperto XMPP, noto anche con il nome di Jabber, in Windows Live Messenger.
Tale protocollo, già utilizzato da altri client di Instant Messaging come Google Talk e Yahoo Messenger oltre a Skype – quest’ultimo in connessione con la chat di Facebook – la cui recente acquisizione da parte di Microsoft lascia presagire una fusione dei due client per giungere così ad un unico standard per tutti i servizi di messaggistica istantanea.
L’integrazione di XMPP (eXtensible Messaging and Presence Protocol) permetterà quindi di utilizzare solo un sowtware per poter comunicare con tutti gli amici che utilizzano servizi differenti, e Live Messenger potrà funzionare indifferentemente su qualsiasi piattaforma hardware, dai PC agli iPhone passando per i tablet ed i BlackBerry, naturalmente con qualsiasi sistema operativo.
In definitiva, un unico Windows Live ID sarà sufficiente per comunicare con tutti gli amici indipendentemente dal software da loro utilizzato.
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Kindle di Amazon finalmente anche in Italia
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Da pochi giorni il mercato editoriale italiano è stato investito da un ingresso che ha fatto molto rumore, quello dell’e-book reader Kindle di Amazon. La commercializzazione è ovviamente partita in prossimità del Natale, per sfruttare il traino di una idea regalo alla moda praticamente perfetta per innovatività e prestigio.
Stiamo parlando infatti di uno strumento del peso di appena 170 grammi, con misure di 16×11 cm e spessore inferiore al centimetro: trattandosi di uno degli ultimi modelli dispone anche di una connettività wireless inclusa che non obbliga a scaricare da PC gli e-book che interessano (naturalmente anche questa possibilità è contemplata).
Il Kindle presentato in Italia è un modello base, da entry level, come dimostra il prezzo di 99 euro che taglierà senza dubbio le gambe a tutti gli altri reader di marchi meno noti se non sconosciuti, ed anche le caratteristiche tecniche e di storage depongono a favore del successo del lettore di casa Amazon.
Stiamo infatti parlando di uno strumento che consente di archiviare fino a 1400 libri, con i suoi 1,25 GB di capacità (2 i GB effettivi), e con un’autonomia di 1 mese considerando 30 minuti di lettura al giorno (con wireless disattivato); un lettore con schermo da 6 pollici con risoluzione 600×800 a 16 sfumature di grigio che garantisce una “morbidezza” di lettura a livelli impensabili per un normale LCD.
A questo punto servirebbero anche radicali incentivi da parte dell’editoria, in quanto non tutti gli editori si sono fatti convincere a ridurre sensibilmente i prezzi rispetto alle versioni cartacee, ed un altro incentivo alla lettura dovrebbe venire dall’Unione Europea, a cui è già stato chiesto di equiparare gli e-book ai libri tradizionali per quanto riguarda l’applicazione dell’IVA al 4%.
Tutti questi accorgimenti, successivamente alla diffusione del Kindle, potranno aiutare la crescita del segmento e-book in Italia, al momento ancora fermo a percentuali irrisorie.
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Silverlight 5 di Microsoft è pronto
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Silverlight è il plugin col quale Microsoft ha risposto alla tecnologia Flash di Adobe, e viene utilizzato per la riproduzione di contenuti multimediali all’interno del browser. Microsoft è giunta alla versione 5 del suo plugin, naturalmente migliorata rispetto alla precedente.
Sarà infatti adesso possibile decodificare i contenuti multimediali basati sul codec video H.264 direttamente tramite il processore grafico, il che andrà ad aumentare le performance, mentre il Postscripts Vector Printing permetterà di avere files meno pesanti ma con qualità superiore.
Viene inoltre alleggerito il carico di Silverlight durante la sua esecuzione grazie all’abilitazione del plugin stesso come “applicazione fidata”, il che consentirà di affidare i compiti direttamente a Silverlight piuttosto che al browser.
Sembrerebbe, stando ad alcune voci, che questa versione sia l’ultima realizzata dagli ingegneri Microsoft, che si impegna al suo supporto per tutto il 2012, ovvero per un periodo più lungo rispetto alle precedenti versioni.
Come sempre, è possibile scaricare il pacchetto di installazione, del peso di circa 7MB, direttamente dal sito del colosso di Redmond.
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La banda larga a 30 mega: un dovere
Agenda Digitale: una locuzione che deve essere ai primi posti dell’attenzione rivolta dall’economia europea per trovare una via d’uscita alla crisi.
Ancora protagonista delle nostre analisi è Neelie Kroes, nelle vesti di commissaria europea dell’Agenda Digitale, in quanto è sua ferma convinzione che uno sviluppo della banda larga sia uno dei veri motori di incremento dell’attività produttiva, in grado quindi di espandere il PIL.
L’impegno dell’Europa è sostanzioso: 9,2 miliardi di euro per sostenere gli stati membri verso l’obiettivo di una connessione ad almeno 30 mega disponibile per tutti gli abitanti entro il 2020.
Si tratta di uno scenario assimilabile ad un ecosistema, perchè l’alfabetizzazione digitale genera un indotto di attività collaterali che crescono attorno ed a sostegno dell’infrastruttura di connessione, e questo oltre a generare crescita economica genera posti di lavoro.
La rete va accresciuta, devono aumentare le connessioni e l’interoperabilità tra persone ed imprese, è questa la vera soluzione alla crisi e l’Italia è fino ad ora rimasta troppo a guardare davanti a queste opportunità finanziarie e sociali.
Ora l’Europa ci sta offrendo un aiuto e tale aiuto va sfruttato per incrementare la nostra economia digitale.
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Firefox in difficoltà: il sorpasso di Chrome
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Negli ultimi giorni Firefox, il browser che ha osato sfidare Explorer, ha subito due grossi colpi: il primo, sintomatico, è stato il sorpasso, basato su dati StatCounter, da parte di Chrome nei confronti del browser della fondazione Mozilla.
Il browser di Google si è infatti attestato sul 25,7% contro il 25,23% della “volpe di fuoco“, e si è lanciato all’inseguimento del dominatore tra i browser, IE, saldo sul 40,64%. Questi sono solo i numeri di una autentica “browser war” in corso, ma per una curiosa coincidenza il sorpasso è avvenuto proprio nei giorni in cui è scaduto un accordo economico stipulato da Firefox con Google, accordo che rappresentava l’84% delle sue entrate.
Tale partnership è ciò che ha sempre consentito il continuo sviluppo e la crescita di Firefox, ed era basata proprio sulle ricerche effettuate attraverso il browser.
Nulla è trapelato circa un eventuale rinnovo, il che non lascia presagire una semplice risoluzione delle trattative, ma la sensazione è che Google possa aver perso interesse a sostenere un browser – ormai minoritario rispetto a quello “della casa” – che non è quindi più utile nella sfida congiunta ad Explorer.
Chrome sta continuando a crescere, Internet Explorer resta il leader del settore e potrà presto farsi forte del lancio di Windows 8.
Lo scenario che si apre è pertanto dei più imprevedibili: una poco auspicabile scomparsa di Firefox consegnerebbe il web ai due golossi Microsoft e Grande G, ma la Microsoft potrebbe paradossalmente decidere di affiancare la fondazione Mozilla proprio per contrastare l’ascesa di Chrome.
Nulla è scontato a questo punto: Firefox potrebbe ad esempio integrare il motore di ricerca Bing per garantirsi risorse e consegnare nuove quote di mercato a Microsoft, ma al tempo stesso, chi in passato ha scelto Firefox proprio in segno di “rottura” con la Microsoft potrebbe non essere contento di trovarsi il nemico in casa.
Queste sono naturalmente solo ipotesi, nulla si potrà realmente capire prima di una comunicazione ufficiale da parte dei due gruppi, la quale genererà senza dubbio un effetto domino di conseguenze sulle quali sarà bene tenere gli occhi aperti.
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Task force europea per la sicurezza online dei minori
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Ancora una volta la Commissione Europea al centro della nostra attenzione, in questa occasione grazie al patto di cooperazione promosso dal vice presidente Neelie Kroes e stipulato tra Google, Facebook, Microsoft ed Apple tra gli altri.
L’obiettivo delle aziende è quello di rendere internet un posto migliore per i bambini, attraverso diverse aree di impegno: l’ideazione di strumenti user friendly per segnalare contenuti inadatti; impostazioni sulla privacy adattate all’età degli utenti; classificazione dei contenuti per ampliare il parental control; guerra totale dichiarata alla diffusione di materiale pedopornografico.
Questi principi guida hanno già ottenuto parziale applicazione da parte di un colosso del web e del social networking come Facebook, il quale ha recentemente ideato uno strumento di segnalazione abusi oltre al Centro di sicurezza delle famiglie, tutti provvedimenti adottati per migliorare la sicurezza e la privacy dei minori in rete.
Gli impegni ora si fanno più ambiziosi e soprattutto sono condivisi da un nutrito gruppo di aziende, tra le quali anche compagnie telefoniche, le quali sono consapevoli di avere la responsabilità della sicurezza dei bambini in rete e sono pronti a gettare sul campo di battaglia strumenti di protezione semplici da utilizzare ma al tempo stesso efficaci.
Non va proibito l’uso di internet ai bambini, ma è necessario insegnare loro come utilizzarlo in maniera sicura: sono queste le parole con cui Neelie Kroes ha spiegato la sua iniziativa.
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Verso un e-commerce sempre più sicuro
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Uno dei principali settori della cosiddetta “new economy” è senza dubbio da considerarsi l’e-commerce, la cui crescita vertiginosa, favorita anche dall’introduzione di strumenti di pagamento veloci e sicuri come Paypal o le carte prepagate, non accenna minimamente a ridursi.
Tuttavia, come ogni reparto con elevato bacino di utenza, anche per l’e-commerce è inevitabile, per ragioni statistiche di grandi numeri, l’insorgere di problematiche successive all’acquisto che generano controversie con i commercianti. Anche questa incertezza sull’esito delle compravendite va livellata al minimo, perchè acquistare sul web deve garantire una sicurezza persino maggiore dell’acquisto in un tradizionale negozio, dal momento che è di gran lunga ridotta la possibilità di una interfaccia “umana” di fronte al sorgere di inconvenienti.
Chi si occupa di realizzazione e-commerce deve tener conto anche di questi fattori, ed è per questo motivo che in loro aiuto così come in aiuto dei consumatori la Commissione Europea è attiva per la delibera della “Alternative Dispute Resolution (ADR), una direttiva che avrà come obiettivo principale la semplificazione delle controversie, le quali in base ai principi contenuti nella direttiva stessa dovranno essere veloci, facili ed economiche, con regole standard che assicurino una risoluzione in un massimo di 30 giorni.
Il tutto garantirà anche un risparmio sostanzioso, nell’ordine dei 22 miliardi di euro l’anno, fornirà sostegno concreto agli acquirenti in difficoltà, e sarà potenzialmente anche un volano di ulteriore crescita per l’e-commerce, dal momento che chi temeva di essere poco tutelato potrà invece essere invogliato ad intraprendere la strada dello shopping online.
Tale piattaforma unica per la risoluzione delle controversie dovrebbe vedere la luce nel 2015, anche se a quanto pare il Parlamento Europeo sta spingendo per anticiparne l’entrata in vigore al 2012.