Come mettersi in regola con il GDPR proroga 2018

novembre 14, 2018 da
Articolo in: Ultime News 

L’adeguamento obbligatorio al GDPR (General Data Protection Regulation) è un dispositivo normativo che ha mandato quasi nel panico molti utenti ma soprattutto piccole e medie imprese. Si tratta di una normativa che supera in rango il Decreto Legislativo 196/2003, e che impone un adeguamento sia informatico che cartaceo a tutte le realtà aziendali che trattano dati di persone fisiche.

La proroga 2018 all’adeguamento GDPR

Non c’è però troppo da temere, perché è sufficiente mettere in pratica le numerose ma non troppo complesse procedure attuative: chi non lo ha già fatto alla prima data di scadenza del 25 maggio 2018 ha comunque tempo per sfruttare il periodo di tolleranza ufficializzato dal Governo con il GDPR proroga 2018.
A partire dal 19 settembre sono infatti stati concessi ulteriori 8 mesi di tempo a tutte le aziende ancora non perfettamente in regola, che potranno rivolgersi ad una società di servizi e consulenza alle imprese per assolvere a tutti gli obblighi ed evitare di incorrere nelle pesanti sanzioni previste.

Tale proroga ha in effetti assunto un particolare ruolo, che non ha sospeso le multe ma rappresenta un invito al Garante della Privacy ad operare con tatto e buon senso prima di comminare eventuali sanzioni.
In pratica, chi ha già dato avvio a tutte le numerose procedure previste, dimostrando quindi buona volontà ed istinto alla collaborazione, si vedrà per il momento “tacitamente” esentato dai controlli per avere il tempo di portare a conclusione tutte le lungaggini di un iter burocratico che, come dicevamo, non è complesso come si pensi, ma è laborioso.
Sono richieste, a seconda della messa in regola di tipo tradizionale o anche digitale, delle adeguate competenze che solo chi è professionista del settore può offrire.

Cosa comporta il GDPR?

Per sintetizzare al massimo, il GDPR ha introdotto regole molto più chiare sull’autorizzazione al trattamento dei dati personali e sull’informativa da sottoporre per tale consenso; ha definito dei limiti anche temporali molto più stringenti per il trattamento di tali dati; ha posto le basi per l’esercizio da parte del titolare dei dati di nuovi diritti, tra i quali ad esempio quello all’oblio; ha stabilito dei criteri molto più rigorosi anche per il trasferimento dei dati, non solo nel paese di residenza o nella UE, ma anche all’esterno; infine, ha fissato delle norme molto più rigorose e severe in caso di violazione dei dati (Data Breach).

Essere GDPR compliant non è quindi solo un obbligo normativo, ma si rivelerà nei prossimi mesi, con il suo pieno ingresso a regime, anche un fattore che contribuirà all’immagine complessiva che un’azienda proietta sul mercato e nei confronti dei consumatori e degli utenti, dando prova di responsabilità sociale.

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