Dov’è il mio aereo? Te lo dice la app EasyJet!

Quante volte vi è capitato di essere in aeroporto e dover pazientare in interminabili attese perché l’aereo sul quale dovete salire è in ritardo, oppure perché aspettate di ricongiungervi con amici e parenti in arrivo ma il ritardo del volo si fa estenuante?

EasyJet
, una delle compagnie leader tra le low-cost, ha progettato una app che può rendere le attese molto meno snervanti. È infatti risaputo che proprio la mancanza di informazioni è uno dei maggiori fattori di stress in questi casi, ed è perciò stato ideato questo strumento che si appoggia al popolare Flightradar24 ma si concentra naturalmente sui soli voli della EasyJet, offrendo una funzione di radar per individuare, ovunque sia nel mondo, il volo di proprio interesse e rendersi conto di quale sia la distanza che lo separa da noi.

La fonte è indipendente e neutrale, non sussistono quindi rischi di scarsa attendibilità: basta installare su tablet o smartphone la app (sono già circa 10 milioni i download dal suo primo lancio!) per ottenere un tool che conferma la trasparenza di questa compagnia, la quale non nasconde gli eventuali problemi o disagi ma li vuole sempre spiegare ai suoi viaggiatori, per dar loro un’immagine chiara di quanto è in corso e ridurre così il disagio.

EasyJet
ha aggiunto, forse unica tra le compagnie aeree, anche un servizio di blogging in tempo reale, che fornisce tutte le informazioni del caso quando si verificano ritardi o disservizi sui bagagli ed il loro corretto smistamento.

Si tratta di strumenti di controllo in tempo reale che fino a pochi anni fa sembravano relegati esclusivamente ai racconti di fantascienza, e che invece oggi popolano le nostre attività quotidiane: strumenti come il Flight Tracker EasyJet possono garantire una migliore gestione degli imprevisti!

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L’evoluzione degli smartphone tocca anche il settore polizze

marzo 11, 2014 da · Lascia un commento
Articolo in: Articoli, Ultime News 

Navigare in rete è diventata per tanti non soltanto un’attività per tenersi informati o per l’entertainment, ma anche un metodo per cogliere al volo offerte e promozioni ed in definitiva risparmiare, non solo sui beni ma anche sui servizi.
Da quando poi si sono diffusi device come gli smartphone ed i tablet le possibilità si sono ulteriormente moltiplicate: una recente indagine svolta da Facile.it ha fatto emergere un sorprendente dato, secondo il quale nell’ultimo anno sono stati ben 60mila gli italiani che hanno scelto ed acquistato la propria polizza RC auto dal cellulare, con una netta crescita rispetto ai 12 mesi precedenti.

Del resto è proprio tramite uno smartphone che una simile operazione è diventata così elementare, con la concreta possibilità di effettuare comparazioni in tempo reale e procedere all’acquisto.
Analizzando i numeri si scopre inoltre che le fasce di età a cui appartengono questi automobilisti includono non soltanto i giovanissimi, ma anche quelli fino a 45/50 anni di età, con una ovvia concentrazione in aree a maggior densità abitativa.
Il progresso in questo settore sembra essere inarrestabile: siamo infatti prossimi anche alla dematerializzazione del contrassegno assicurativo, sostituito da un microchip che attesti la copertura del veicolo verificabile anche a distanza dalle forze dell’ordine.

Il tutto richiederà ancora un po’ di tempo, essendo necessaria anche la creazione di una banca dati elettronica, ma una previsione di 2 anni sembra essere abbastanza ottimistica. Vi terremo aggiornati appena il progetto microchip diventerà più concreto, entrando anche nel dettaglio di questa sorta di rivoluzione!

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Scuola punta e clicca, un progetto virtuoso

gennaio 2, 2014 da · Lascia un commento
Articolo in: Articoli, Hardware, Ultime News 

Ai vertici delle classifiche internazionali dell’istruzione ci sono paesi come la Finlandia e la Corea del Sud, ma nella tanto bistrattata Italia – specie dal punto di vista dell’evoluzione digitale – esiste una piccola oasi felice che ha mosso i primi passi al liceo Majorana di Brindisi, da quando il preside nel 2007 ha deciso per alcune svolte che includevano l’uso di e-book e di materiali audiovisivi.

Il modo di fare scuola è così rapidamente cambiato, e tutto è iniziato da quando il preside insieme ad altri collaboratori ed insegnanti ha varato il progetto Book in progress, che ha permesso alle famiglie consistenti risparmi sui libri di testo, perché scritti dagli stessi professori sulla base dei programmi e delle loro specifiche competenze e venduti al solo prezzo di costo della stampa.
Da quel liceo, la rete Book in progress si è allargata fino ad includere altre 120 scuole italiane, e circa 100 sono in lista di attesa. Oggi il progetto si è ampliato con il “Net in progress“, che prevede l’uso di materiale multimediale ed hardware di ultima generazione.

La scuola non può restare ancorata a vecchie tradizioni strutturali e deve sapersi evolvere per un apprendimento più moderno: è per questo che nel liceo Majorana il tablet come strumento didattico è onnipresente, le famiglie li acquistano volentieri anche grazie agli sconti ottenuti tramite l’istituto stesso e reinvestono per il bene ed il futuro dei propri figli le cospicue cifre risparmiate sui libri di testo.
Questi device diventano così supporti integranti indispensabili, strumenti di una iniziativa che non ha fini di lucro ma solo quello della crescita didattica.

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Un aspetto inquietante dei touch screen

novembre 29, 2013 da · Lascia un commento
Articolo in: Articoli, Hardware, Ultime News 

Un interessante studio effettuato dalla rivista inglese “Which” ha svelato un aspetto dei tablet e dei dispositivi touch screen in generale che ci ha davvero sorpresi per i suoi risultati. Siamo tutti ormai abituati a convivere con questi dispositivi ed i loro schermi, e con le inevitabili ditate che soprattutto in controluce sono ben evidenti.

Ciò che forse in molti ignoravano è che simili ditate sono anche un terreno fertilissimo per la proliferazione dei batteri, dei quali sui device analizzati nello studio si è riscontrata una concentrazione elevatissima.
Per ovvi motivi – la maggiore ampiezza della superficie – i più “sporchi” sono risultati i tablet, ma anche sugli smartphone il numero dei batteri si è rivelato più alto di quanto riscontrabile in una comune toilette condivisa in ufficio.

Le soluzioni sono tanto scontate quanto banali, e si deve riconoscere che non vanno assolutamente trascurate: è importante vincere la pigrizia ed aumentare la frequenza con cui si puliscono questi schermi, con strumenti e detergenti adatti, e c’è poi il più classico dei rimedi, da più parti spesso richiamato come norma generale e mai sufficientemente applicato: lavarsi le mani con maggiore frequenza.

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Sui tablet si fa largo l’alta risoluzione

ottobre 29, 2013 da · Lascia un commento
Articolo in: Articoli, Hardware, Ultime News 

In questo 2013 abbiamo assistito a grandi e sensibili miglioramenti nel settore dei tablet, che hanno coinciso anche con appetitose politiche low cost.

Le migliorie riguardano soprattutto l’alta risoluzione, un tema comune un po’ a tutti i marchi principali, che ha visto ad esempio la Apple lanciare il suo display retina sia sull’iPad che sulla sua versione mini: con 2048×1536 pixel, la definizione con cui si visualizzano pagine web, immagini e testi è praticamente doppia rispetto al passato.
In realtà altri marchi sono arrivati prima di Apple per quanto riguarda i piccoli dispositivi: Google si è appoggiata ad Asus per il suo Nexus 7 modello HD, e la stessa Asus ha lanciato il MoMo Pad anch’esso HD, a costi decisamente inferiori rispetto a quelli della “mela morsicata“.

Il marchio di Cupertino si pone ancora in posizione privilegiata per la stabilità e l’organizzazione del suo sistema, tuttavia se l’uso di un device è abbastanza standard e senza particolari stress (lettura delle mail, navigazione, anche qualche videogame) l’Asus risponde benissimo alle aspettative anche grazie ad ottime batterie ed un buon Android 4.2.
Pagare circa 200 euro in più per prestazioni non necessarie e finiture più eleganti ci sembra onestamente poco logico.

Per chiudere, scopriamo che anche il Kindle Fire HDX di Amazon viene sfidato sul terreno dell’alta risoluzione dal nuovo Kobo Arc, l’e-reader legato al marchio Mondadori, che abbassa i prezzi e sfodera anch’esso lo schermo HD.
In questa guerra tra tablet una cosa è certa: ne stanno beneficiando soprattutto gli utenti, i quali ottengono prodotti sempre migliori con prezzi che continuano a calare.

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La politica rampante di Amazon tra i tablet

Amazon punta fortissimo sul suo Kindle, al punto da non accontentarsi più di essere uno dei campioni di vendite insieme ad Apple. Una sfida aperta, iniziata sia con una nuova versione rigenerata del Kindle Fire HD ma soprattutto con un nuovissimo prodotto che aggiunge solo una lettera al nome ma che in realtà rivoluziona l’hardware, il Kindle Fire HDX.

Ma andiamo con ordine: l’e-reader che già conosciamo è stato potenziato nella sua versione da 7 pollici con un nuovo processore dual-core da 1.5 Ghz che ne amplifica le prestazioni ma anche con un nuovo display: il tutto, ad un prezzo più basso della precedente versione!
La grande rivoluzione è però, come dicevamo, il Fire HDX: nella versione con schermo da 8,9 pollici troviamo un display UltraHD da ben 2560×1600 pixel, e che con il suo processore da 2.2 Ghz – e i 2 GB di Ram – si presenta come device altamente prestazionale che non è più catalogabile come semplice e-reader ma è un tablet a tutti gli effetti, con tanto di doppia fotocamera, wi-fi e 4G.
La sfida lanciata al Nexus 7 è più che evidente, mentre la sua versione 7 pollici ha chiaramente risoluzione più bassa, è un po’ più leggero ed ha un’autonomia inferiore, anche se di poco.

La politica di Amazon è evidente, con l’ambizione di non essere più soltanto simbolo e leader tra i lettori di e-book ma anche validissima alternativa ai tanti rivali quali i-Pad, Samsung o Nexus.

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Samsung digitalizza la scuola italiana

settembre 23, 2013 da · Lascia un commento
Articolo in: Articoli, Ultime News 

Smart Future è un’iniziativa promossa da Samsung adesso anche in Italia, nelle scuole primarie e secondarie: 300 istituti selezionati tra quelli che si sono dichiarati disponibili alla sperimentazione, e che siano in linea con determinati principi e parametri di qualità, riceveranno dispositivi come lavagne elettroniche e tablet da destinare all’attività didattica in aula.

Tutte le scuole coinvolte riceveranno naturalmente la necessaria assistenza anche materiale per mettere in piedi adeguate infrastrutture in grado di rendere fruibili al meglio i dispositivi (pensiamo ad esempio alla rete Wi-Fi che dovrà raggiungere tutte le aule) ma non mancherà il supporto informatico, con la fornitura di applicazioni, software e contenuti formativi offerti in formato elettronico.
Per finire, è prevista anche l’introduzione di safety boxes sicure indispensabili per proteggere gli istituti dai furti, ed una formazione dei docenti coinvolti nel progetto al fine di renderli in grado di sfruttare tutte le potenzialità dell’ultima frontiera didattica.

Fino ad oggi solo singoli insegnanti o singole scuole avevano tentato un simile approccio, si tratta quindi di una iniziativa encomiabile che punta a colmare un certo divario già creatosi tra la scuola italiana e quella del resto d’Europa.
Il progetto coinvolgerà 7 regioni italiane fino al 2015 e sarà sottoposto ad un costante monitoraggio, sia per valutarne effetti e progressi sia per mantenere sempre aggiornati gli strumenti ed i loro contenuti.

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Cosa guida nella scelta di un e-reader?

luglio 9, 2013 da · Lascia un commento
Articolo in: Articoli, Ultime News 

Probabilmente voi stessi siete tra i tanti che stanno pensando all’acquisto di un e-reader: i motivi che spingono a questa scelta sono molteplici, e di sicuro non è solo la curiosità verso un nuovo tipo di device che ne ha fatto crescere il numero in Italia dai 20mila del dicembre 2012 agli attuali 60mila.

Gli e-reader sono infatti dispositivi dall’interfaccia senza dubbio più lenta rispetto a quella di un più completo tablet, ma quelli che stanno tirando il mercato sono proprio i più evoluti – per intenderci, i Kindle di Amazon, seguiti a ruota dai Kobo – i quali oltre allo schermo tattile offrono buona definizione e schermo luminoso, il che elimina la necessità di una fonte luminosa alle spalle.

Tante specifiche hanno sicuramente il loro ruolo nella scelta di questo o quel modello, tuttavia un aspetto sembra essere ancora più rilevante rispetto agli altri, e non è quello del prezzo.
Parliamo della varietà e vastità del catalogo di e-book al quale si può accedere a seconda del marchio cui ci si affida, il che non ci sorprende affatto perché è la scelta più razionale. Soppiantare la propria libreria con i libri in formato digitale è una operazione che si effettua solo potendo disporre di un campionario ampio in cui ritrovare le proprie passioni.
Da questo punto di vista, il dominio di Amazon sembra essere ancora incontrastato, anche se almeno in Italia il Kobo, legato a Mondadori, si sta facendo largo.

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Kindle Fire HD cresce e sfida i colossi

Forse non avrà la stessa varietà di App disponibili, anche perchè si basa su un Android “alleggerito”, però il nuovo Kindle Fire HD con il suo schermo da 8,9 pollici si candida come validissima alternativa al ben più costoso – e forse sopravvalutato – iPad4.
Le caratteristiche di avanzata stabilità e la buona potenza di calcolo, unite ad una ottima densità di pixel, ne fanno infatti non solo un eccellente e-reader, ma anche un tablet di tutto rispetto, che Amazon distribuisce in questi giorni in ben 170 paesi ad un prezzo altamente concorrenziale che sta facendo tremare i polsi sia alla Apple che alla Samsung.
Vedremo, con l’inizio delle prime spedizioni previste per il prossimo 13 giugno, quale sarà il suo impatto anche sul mercato italiano.

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Il mini PC Sapphire che sfida i tablet

Il cosiddetto desktop PC deve affrontare in questi ultimi anni la più agguerrita delle sfide che gli siano state mosse, quella scagliata da parte dei tablet in ultima battuta, in continua ascesa, e dei portatili diventati vero status symbol.

Per combattere, l’unica strada percorribile è quella del contenimento delle dimensioni dal momento che anche le prestazioni dei device portatili si sono uniformate su standard elevati: il desktop deve mettersi su livelli come minimo equivalenti.
In questa direzione si è lanciata la Sapphire con il suo mini PC Edge Vs8, che è “motorizzato” con un quadcore AMD con scheda grafica Radeon.
Come per un desktop tradizionale, ha bisogno solo di schermo, mouse e tastiera, ma le dimensioni così ridotte rendono possibile agganciarlo alle TV piatte – è il vero target per cui è stato pensato – per avere in un unico strumento TV e PC ad elevate prestazioni, adatto anche per il gaming o per l’elaborazione dati ed immagini con la sua RAM da 4GB.

Il prezzo è assolutamente abbordabile e competitivo se si considerano le caratteristiche della macchina, in vendita a 419 euro nella versione full optional.

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