L’internet speed test dell’Agcom
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Il grande e spesso caotico parco delle offerte per le connessioni internet domestiche, con il gran numero di provider presenti sul mercato, spesso sta riservando sgradevoli sorprese agli utenti che si ritrovano con connessioni spacciate per iper-veloci mentre a conti fatti si rivelano lontane dai valori dichiarati.
L’inghippo sta tutto in quel “fino a” seguito da 20, 10, 7 mega, al quale gli utenti più sbadati non fanno attenzione.
I fattori che possono inficiare la velocità della ricezione dei dati sono tanti, per citarne solo un paio contano sia la qualità del cavo steso che la distanza dalla centrale o dal nodo.
L’Agcom ha messo da tempo a disposizione degli utenti uno strumento di certificazione, un vero speed test, che tramite un software permette di rilevare la velocità ed ottenere una certificazione valida a tutti gli effetti per far valere le proprie ragioni presso il provider.
Si potrà infatti chiedere il miglioramento della linea fino a raggiungere gli standard minimi garantiti dal contratto, o addirittura esercitare, certificazione alla mano, il diritto di recesso senza essere costretti a pagare penali; senza dimenticare la possibilità di ottenere rimborsi in bolletta per il disservizio patito.
I reclami con tanto di certificazione della violazione che sono pervenuti ai vari operatori in poco più di due anni di attività del sito sono oltre 20mila, il che li sta spingendo a mettersi all’opera per non perdere clienti strada facendo.
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New Generation Network in Italia: un altro passo
L’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni, nota con la sigla AGCOM, ha raggiunto l’unanimità dei voti sul provvedimento NGN, la cui sigla sta ad indicare la disciplina dei servizi di accesso alle reti di nuova generazione.
L’Agenda Digitale della Commissione Europea ha infatti posto dei vincoli, mentre l’Antitrust ha fornito i necessari suggerimenti perchè naturalmente c’è Telecom che in qualità di ex-monopolista ha un ruolo ancora preminente nella gestione della rete.
L’importanza strategica dei servizi di rete è ormai universalmente riconosciuta, e non è possibile sprecare tempo e risorse per sdoppiare una rete quando si possono comodamente trovare accordi perchè tutti investano e possano fruire delle infrastrutture Telecom, garantendo così un elevato livello di concorrenza.
Telecom, secondo questa disciplina, dovrà pertanto fornire due offerte, una sui servizi passivi che garantisca l’accesso ad altri operatori alle sue infrastrutture; ed una sui servizi attivi, riferita quindi al bitstream in fibra.
La stimolazione della banda larga è un nodo cruciale per l’economia italiana, dal momento che rispetto all’Europa il nostro ritardo è ancora ampio, e Telecom dovrà necessariamente presentare delle offerte congrue perchè l’AIIP (Associazione Italiana Internet Provider) è già sul piede di guerra per difendere le fette di mercato che vanno garantite in un regime concorrenziale ai piccoli provider.