Cresce il business con i gLTD
Nuove opportunità ed un’incentivazione imprevista alla competizione tra i marchi provengono dalla attesa liberalizzazione dei domini, che l’ICANN (ente internazionale che gestisce a livello mondiale i nomi a dominio) lancia in questo 2014. Sono più di 700 le nuove estensioni rese disponibili, tutte racchiuse sotto la sigla gLTD (generic Top Level Domain) e che permetteranno ad aziende o istituzioni di guadagnare visibilità ma soprattutto identità in rete, perché poter registrare un “punto qualcosa” significa proporre un’immagine del proprio marchio ancora più prestigiosa, arricchendola e facendola apparire ancora più specializzata e dominante.
Di certo l’accesso ai gLTD non è semplice e non è riservato a tutti, anche perché i costi sono alti: la candidatura si aggira sui 200mila dollari, una cifra che poche aziende possono permettersi, e scommettiamo che tutte le principali e più famose depositarie di marchi riusciranno ad accaparrarsi domini “punto marchio” molto appetitosi.
In Italia sembra che fino ad ora siano una trentina ad essersi aggiudicati un dominio personalizzato di questo tipo, tra cui un immancabile “.gucci“.
Anche il web marketing non potrà che guadagnarne, perché si dovrà di nuovo entrare in una aperta competizione per conquistarsi spazi di visibilità che siano riconoscibili e non “uniformati”, come è accaduto con il fiorire di tante pagine aziendali sui social network, in particolare Facebook.
Importante sarà però anche tutelare il proprio marchio da azioni fraudolente dei cosiddetti “cybersquatter“, coloro che cercheranno di occupare uno spazio sul web dal nome noto.
Già esistono organizzazioni come la Wipo che assicura il recupero di “parole” occupate illecitamente, e quelle votate alla prevenzione, come il database Trademark Clearinghouse.
A quanto pare, si prevedono almeno per il momento circa 1.300 gLTD a livello mondiale, con nuove opportunità da cogliere ma soprattutto, analizzando la questione dal lato dell’utenza, un nuovo modo di navigare.
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