Anche Getty paga dazio alla pirateria
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Uno dei più grandi archivi fotografici del web, di proprietà dell’agenzia Getty Images, ha recentemente perso una battaglia contro la pirateria delle immagini, rendendo disponibili per l’uso senza “watermark” quasi la metà del suo archivio: parliamo di circa 35 milioni di immagini che perdono quel fastidioso logo in trasparenza, una sorta di firma digitale eliminabile prima solo a pagamento.
Uno stravolgimento in base al quale adesso le immagini, che prima era macchinoso ma comunque fattibile reperire “ripulite” tramite semplici screenshot, adesso possono essere incorporate gratuitamente per arricchire ogni tipo di contenuto sul web, venendo riprodotte con una semplice stringa con i credits che riporta al sito Getty, dove la stessa foto è poi disponibile anche a risoluzioni maggiori per altri utilizzi, naturalmente a pagamento.
L’unica limitazione imposta è che l’uso non sia prettamente commerciale, e tutta l’operazione assomiglia molto a quanto accaduto con la musica dall’avvento di Spotify.
Il guadagno di Getty, in questo caso, proverrà dal controllo del contenuto e dai dati degli utenti, oltre che dalla possibilità di trasformare questo meccanismo anche in un veicolo pubblicitario.
Di fronte alla cosiddetta pirateria digitale ed ai suoi mezzi, anche il mondo della fotografia ha dovuto correre ai ripari, escogitando un meccanismo per non restare tagliato fuori dal mercato e guardando avanti.