Il digital download vince, ma il CD resiste
Non si rende giustizia ai nomi che si possono definire artisti se si usa l’espressione “industria della musica”, perchè è come sminuire le loro ispirazioni e capacità, le quali dovrebbero essere quanto di più distante da un concetto di produzione in senso stretto;tuttavia, se modifichiamo la definizione in “industria del disco”, tutto sembra quadrare, ed in questo caso è più che lecito parlare di vera e profonda crisi se ci si riferisce ai supporti materiali, quelli che sono stati colpiti senza pietà dalla diffusine degli MP3 e del file sharing prima, e dal rimedio trovato dalle major poi, ovvero il digital download.
Il vecchio disco, in formato LP di vinile ma anche in formato CD, sembra ormai essere diventato quasi marginale inquesto mercato, conservano uno spazio quasi “di nicchia” e raggiungendo elevati picchi di vendita solo nel caso di album in cui tutte le tracce abbiano elevata qualità: restano gli aficionados, coloro che cntinuano a collezionare i supporti per il piacere di maneggiarli, di sfogliare i booklet e di poterli esporre in bella mostra, ma oramai il digital download degli MP3 è diventata la risorsa principale per usufruire della musica.
Non manca però una schiera di nostalgici che stanno addirittura rivalutando il vecchio vinile, le cui vendite hanno nell’ultimo periodo subito un’impensabile rinascita, ma noi restiamo convinti che, anche se in stato di anossia, la vendita dei dishi “fisici” e materiali non potrà mai del tutto scomparire.
Resterà ridimensionata, certo, ma il fascino di un supporto di cui poter godere anche da un punto di vista tattile, da vendere magari in rete, non potrà essere cancellato.