La dematerializzazione del portafogli e dei pagamenti

febbraio 16, 2015 da · Lascia un commento
Articolo in: Articoli, Ultime News 

Il tuo portafogli sta lentamente, inesorabilmente scomparendo. No, non ti stiamo dicendo che stai diventando sempre più povero, ma che siamo nel pieno di una rincorsa a velocità sempre più sostenuta verso l’addio non solo alle carte di credito ed ai contanti, ma anche a ticket, coupon, biglietti dell’autobus, tutto ciò che è materiale o cartaceo e che occupa spazio fisico nel portafogli.
Sparito, o meglio trasferito altrove – e vedremo dove – il suo contenuto nella quasi totalità, ecco che il portafogli in alcuni casi, ed a seconda degli stili di vita, corre il rischio di diventare davvero obsoleto e fuori dal tempo.

Nemmeno nessuno ti sta rubando il portafogli, stai tranquillo, ma tutto ciò con cui sei solito riempirlo sta subendo un inesorabile processo di dematerializzazione che potrebbe quasi portarti a farne a meno del tutto.
Se sei distratto o disorganizzato e tendi a smarrire carte, biglietti, perdendoti nel marasma che si è accumulato proprio tra le pieghe del portafogli, questa rivoluzione tecnologica rappresenta per te una vera e propria manna perché le possibili ripercussioni su qualsiasi attività della tua routine quotidiana sono indiscutibili!
Tutto, dai biglietti all’abbonamento per i mezzi pubblici, passando per i punti da raccogliere con le tessere fedeltà di punti vendita che frequenti abitualmente quali i supermercati, per poi arrivare ai pagamenti stessi che siano essi in moneta sonante o con carta di credito saranno concentrati nel tuo smartphone, in una app oppure nella stessa sim, o in un apposito chip installato nel telefono stesso. Persino il parcheggio dell’auto diventa semplificato, non dovrai più inseguire le introvabili e a volte  non funzionanti macchinette che rilasciano i tagliandi per le soste a pagamento oppure temere di essere a corto di spiccioli in tasca. Segnalerai la sosta indicando targa, luogo e orario con un sms facendo addebitare il tutto sulla carta di credito o sul conto corrente.

Chi beneficia della dematerializzazione?

Come era ovvio prevedere, a beneficiare di queste innovazioni non sono solo gli utilizzatori finali ma anche le banche, per non parlare degli operatori di telefonia o delle stesse aziende hi-tech quali Google o Apple, perché sono loro a mettere a disposizione questi strumenti, ed anche se gratuiti si tratta comunque di piattaforme attraverso le quali circolano e vengono spostati e trasferiti soldi, e sembra che addirittura le banche abbiano allo studio stratagemmi basati su cloud grazie ai quali non avranno nemmeno più bisogno di interfacciarsi con gli operatori di telefonia mobile.

In tutti i casi comunque, anche quando la comunicazione di dati e transazioni tra POS e smartphone passa attraverso chip o software, sono ugualmente le banche a giocare ruolo di passaggio obbligato, ovviamente a titolo gratuito per gli utilizzatori finali ma con commissioni più o meno variabili a carico dell’esercente. Del resto, un simile servizio deve pure essere pagato da qualcuno!

Importante è anche il processo di dematerializzazione dei supporti riguardanti la nostra identità ed i dati personali, che a breve potranno essere letti e riconosciuti dalle pubbliche amministrazioni proprio attraverso semplici ma capienti chip integrati nelle SIM. L’idea che si sta imponendo è velocizzare ogni tipo di operazione, non solo quelle di pagamento, ma non è certo il solo dei vantaggi, oltre a quello di non rischiare di perdere nulla… una carta di credito o una tessera fedeltà sono “mute” nella loro forma materiale, non ci dicono nulla in merito a cosa contengono, mentre le app ad esse collegate sono molto più esplicite e permettono verifiche in tempo reale.
Servirebbero solo accordi di filiera più flessibili per velocizzare ancora di più questa transizione, perché la tecnologia disponibile è già abbastanza avanzata ma non tutti gli operatori e gestori vogliono collaborare, ostacolando per certi versi la compatibilità e il dialogo per orientare a proprio vantaggio le scelte dei consumatori.
Le possibilità di sviluppo e le potenzialità ci sono già tutte, basterà solo attendere che qualcuno ceda e dia il nulla osta verso la multicanalità.

La dematerializzazione aiuta nella lotta all’evasione

Più nello specifico, comunque, va registrato che l’uso del contante sta sempre più diventando un anacronismo, un processo obsoleto e sostituito da pagamenti elettronici che eliminano gli strumenti materiali e che in più, per le amministrazioni, offrono il grande vantaggio di poter registrare e monitorare ogni transazione, e se non vengono eliminati mali quali evasione o riciclaggio, ricevono comunque un ridimensionamento dalla scia digitale che i pagamenti lasciano dietro di loro.

 

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Bookinprogress, libri di testo autoprodotti ed online

L’anno scolastico è giunto ormai a metà, ma molte famiglie ricordano ancora il salasso subito a settembre per l’acquisto dei libri di testo. Parliamo di cifre che secondo la Federconsumatori hanno subito persino dei rincari, nonostante il Miur abbia imposto dei calmieri, puntualmente disattesi.
Una via d’uscita esiste, e proviene da una attenta riflessione sui ruoli della didattica incrociati con le opportunità offerte dalle nuove tecnologie.

L’istituto Majorana di Brindisi si è in questo senso fatto promotore e portavoce del progetto Bookinprogress.it, grazie ad un gruppo di insegnanti che, a seguito di dibattiti sui contenuti e sulle potenzialità offerte dal web, ha allestito una mole di materiale autoprodotto, diviso naturalmente per aree tematiche; veri e propri e-book di testo didattici, tutti in linea con i programmi nazionali  e naturalmente autorizzati dal Miur, che ha avallato una simile autoproduzione.

I vantaggi per le famiglie sono stati enormi, si parla di risparmi anche di 300 euro, e la libertà di fruizione è massima: le scuole possono decidere anche di fotocopiare il materiale una volta prelevato dal sito, e le famiglie stesse possono scegliere se investire i risparmi ottenuti in strumenti e device grazie ai quali usufruire dei materiali nella loro versione digitale.
Il tutto ovviamente nella massima legalità e nella massima “liquidità“, con la possibilità di adattare volta per volta i contenuti ai diversi contesti cui sono destinati.

Di fronte ad una iniziativa del genere ci sembra doveroso fare presente che il web, spesso tanto demonizzato, sa perfettamente essere anche una risorsa inesauribile ed aperta a tutti, con vantaggi inequivocabili.

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Si può ancora guadagnare con il domain grabbing?

Se siete pratici di internet non solo in termini di semplice navigazione, ma anche dei tanti aspetti che stanno dietro le quinte, avete sicuramente sentito parlare dell’attività di “domain grabbing“. Un tempo si è rivelata essere molto redditizia, perché in parole povere significa accaparrarsi un dominio interessante, per ragioni di immediatezza, brevità o di numero di risultati sui motori di ricerca. L’acquisto ha un costo di pochi euro, ma è possibile poi rivendere tale dominio a cifre anche a 3 zeri, con un guadagno ragguardevole!

Negli ultimi anni tale attività ha subito un certo ridimensionamento, per ovvi motivi (le parole o i domini più “appetibili” pian piano sono diventati sempre di meno), tuttavia la liberalizzazione dei nomi a dominio imposta dall’ICANN, l’istituto internazionale che gestisce i domini, ha dato un nuovo impulso a tutto il settore. La possibilità di accaparrarsi nomi “punto qualcosa” è infatti assolutamente ghiotta! Pensate al valore potenziale di una estensione .pizza, .news, .sport: sono circa 900 le estensioni immesse sul web, ed a parte quelle collegate direttamente a marchi registrati quali le grandi griffe dell’alta moda o i produttori di auto, per citarne alcuni, e per i quali esistono ovviamente speciali tutele anche giuridiche, tutte le altre parole di uso comune sono alla portata di tutti!

Con un po’ di pazienza ed una elevata dose di attenzione è possibile impossessarsi di domini ed estensioni davvero interessanti, per i quali non mancherà poi l’opportunità di rivenderli sia agendo per conto proprio che tramite siti di aste online, quali ad esempio sedo.com.
Senza dimenticare che spesso si può incappare nella dimenticanza del proprietario originario, il quale può distrarsi e non rinnovare il dominio alla scadenza: acquistarlo a pochi euro e rivenderlo anche a migliaia di euro è una delle incredibili possibilità di guadagno offerte dal web!

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De Rosa Srl, l’ultimo nostro lavoro online!

Napoliweb conferma il suo dinamismo ed eclettismo in fatto di soluzioni per il web e per le aziende: l’ultima realizzazione messa online riguarda un importante cliente del settore edilizia, termoidraulica e ferramenta. Parliamo della De Rosa Srl, aziende con sede a Quarto (NA) che in uno spazio espositivo di 30mila metri quadri si propone come risorsa sia per i privati che per i professionisti del settore.

Il nostro staff ha messo tutte le competenze al servizio di un nome così prestigioso e con una lunga storia alle spalle, per realizzare una piattaforma in grado di assorbire tutta la vastità del catalogo, per esporla nella maniera più appropriata tramite un sistema agile e di semplice consultazione.
Ad una chiara schematizzazione delle categorie già a partire dalla homepage si affianca una sezione dedicata alle news periodiche, uno spazio che la De Rosa sfrutterà per fornire ai visitatori del sito informazioni sulle attività, sulle promozioni in corso, su nuovi prodotti.

In definitiva si tratta di una piattaforma agile e veloce, dalla grafica molto moderna e studiata appositamente per soddisfare le esigenze di acquisto sia dei privati che dei professionisti del settore, grazie anche ad una procedura di acquisto estremamente snella.

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Cresce il business con i gLTD


Nuove opportunità ed un’incentivazione imprevista alla competizione tra i marchi provengono dalla attesa liberalizzazione dei domini, che l’ICANN (ente internazionale che gestisce a livello mondiale i nomi a dominio) lancia in questo 2014. Sono più di 700 le nuove estensioni rese disponibili, tutte racchiuse sotto la sigla gLTD (generic Top Level Domain) e che permetteranno ad aziende o istituzioni di guadagnare visibilità ma soprattutto identità in rete, perché poter registrare un “punto qualcosa” significa proporre un’immagine del proprio marchio ancora più prestigiosa, arricchendola e facendola apparire ancora più specializzata e dominante.

Di certo l’accesso ai gLTD non è semplice e non è riservato a tutti, anche perché i costi sono alti: la candidatura si aggira sui 200mila dollari, una cifra che poche aziende possono permettersi, e scommettiamo che tutte le principali e più famose depositarie di marchi riusciranno ad accaparrarsi domini “punto marchio” molto appetitosi.
In Italia sembra che fino ad ora siano una trentina ad essersi aggiudicati un dominio personalizzato di questo tipo, tra cui un immancabile “.gucci“.

Anche il web marketing non potrà che guadagnarne, perché si dovrà di nuovo entrare in una aperta competizione per conquistarsi spazi di visibilità che siano riconoscibili e non “uniformati”, come è accaduto con il fiorire di tante pagine aziendali sui social network, in particolare Facebook.
Importante sarà però anche tutelare il proprio marchio da azioni fraudolente dei cosiddetti “cybersquatter“, coloro che cercheranno di occupare uno spazio sul web dal nome noto.
Già esistono organizzazioni come la Wipo che assicura il recupero di “parole” occupate illecitamente, e quelle votate alla prevenzione, come il database Trademark Clearinghouse.

A quanto pare, si prevedono almeno per il momento circa 1.300 gLTD a livello mondiale, con nuove opportunità da cogliere ma soprattutto, analizzando la questione dal lato dell’utenza, un nuovo modo di navigare.

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Nuove regole UE su resi e rimborsi per l’e-commerce

 

Avete per caso sentito parlare di una Direttiva Europea alla quale tutto il commercio elettronico ha recentemente dovuto uniformarsi? Probabilmente no, eppure è andata in vigore già dallo scorso 13 giugno e riguarda i tempi per la restituzione della merce, aumentati da 10 a 14 giorni per acquisti online di beni di valore superiore a 50 euro: questo per uniformare le procedure a quelle in vigore in tutti i paesi della UE.
A queste due settimane entro le quali il cliente deve comunicare l’intenzione di effettuare il reso si aggiungono altri 14 giorni entro i quali rispedire la merce.  Altra importante variazione riguarda i tempi per il rimborso, che si riducono dai precedenti 30 giorni ad appena 14.

Cresce così la tutela del consumatore, il quale ha più tempo per ripensarci e viene rimborsato in tempi più rapidi; trattandosi di un giro d’affari da 14 miliardi di euro solo in Italia, e che coinvolge oltre 16 milioni di nostri consumatori online, ci si rende conto di quanto fosse importante dare ampio risalto alla notizia.

Inoltre, il consumatore ha adesso anche il diritto di restituire un prodotto che abbia parzialmente danneggiato, ricevendo un rimborso parziale. Le vecchie regolamentazioni non prevedevano questa procedura, e tra l’altro se il venditore non avrà preventivamente informato l’acquirente in fase di acquisto di questa opzione, quest’ultimo potrà anche in questo caso ricevere un rimborso totale.
Molto salate le sanzioni previste per chi dovesse sforare i tempi o non rispettare le condizioni, a partire da 5.000 euro!

Siamo certi che l’adeguamento delle condizioni di vendita sui siti di e-commerce è stato effettuato da tutti per tempo, ma sarebbe stata auspicabile una maggiore pubblicità di questa migliore tutela dei diritti del consumatore!

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Buone vacanze da Napoliweb!

agosto 8, 2014 da · Lascia un commento
Articolo in: Ultime News 

Anche per noi è arrivato il momento di un po’ di relax…ci concediamo qualche giorno di ferie!

Vi aspettiamo di nuovo più carichi di prima a settembre, quando riapriremo i nostri uffici con tante novità e saremo pronti ad aggiornarvi sul nostro blog e sulla community Napoliweb su Facebook ad ascoltare le vostre richieste!

Da parte di tutto lo staff Napoliweb

BUONE VACANZE! 

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Dov’è il mio aereo? Te lo dice la app EasyJet!

Quante volte vi è capitato di essere in aeroporto e dover pazientare in interminabili attese perché l’aereo sul quale dovete salire è in ritardo, oppure perché aspettate di ricongiungervi con amici e parenti in arrivo ma il ritardo del volo si fa estenuante?

EasyJet
, una delle compagnie leader tra le low-cost, ha progettato una app che può rendere le attese molto meno snervanti. È infatti risaputo che proprio la mancanza di informazioni è uno dei maggiori fattori di stress in questi casi, ed è perciò stato ideato questo strumento che si appoggia al popolare Flightradar24 ma si concentra naturalmente sui soli voli della EasyJet, offrendo una funzione di radar per individuare, ovunque sia nel mondo, il volo di proprio interesse e rendersi conto di quale sia la distanza che lo separa da noi.

La fonte è indipendente e neutrale, non sussistono quindi rischi di scarsa attendibilità: basta installare su tablet o smartphone la app (sono già circa 10 milioni i download dal suo primo lancio!) per ottenere un tool che conferma la trasparenza di questa compagnia, la quale non nasconde gli eventuali problemi o disagi ma li vuole sempre spiegare ai suoi viaggiatori, per dar loro un’immagine chiara di quanto è in corso e ridurre così il disagio.

EasyJet
ha aggiunto, forse unica tra le compagnie aeree, anche un servizio di blogging in tempo reale, che fornisce tutte le informazioni del caso quando si verificano ritardi o disservizi sui bagagli ed il loro corretto smistamento.

Si tratta di strumenti di controllo in tempo reale che fino a pochi anni fa sembravano relegati esclusivamente ai racconti di fantascienza, e che invece oggi popolano le nostre attività quotidiane: strumenti come il Flight Tracker EasyJet possono garantire una migliore gestione degli imprevisti!

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Pinterest, strumento di scoperta e di vendita

C’è un social network che sta crescendo in maniera esponenziale, più di Twitter e dello stesso Facebook. Parliamo di Pinterest, il cui concetto di partenza è quello di “album di ritagli” e che per questo motivo si rivela molto più connesso ai prodotti rispetto ad altri tipi di social, che puntano di più sui racconti o su messaggi da lanciare.

Pinterest punta solo sulle immagini e sulla loro collezione, come lo stesso ideatore Ben Silbermann ha dichiarato definendolo “strumento di scoperta visivo” alla ricerca di qualcosa che forse all’inizio nemmeno si è consapevoli di desiderare.
C’è da arredare casa? Scatta la ricerca di “piastrelle geometriche”: tutti gli altri utenti di Pinterest avranno già effettuato un’operazione di “repinning” su questo tipo di oggetti, ed a quel punto si scoprirà un vortice di altre immagini, in un trionfo della contrazione del messaggio che diventa essenzialmente visivo ed ancora più immediato e che si rivela essere una vetrina pressoché infinita per aziende. Si stima che sia il 47% la percentuale di utenti che ha fatto un acquisto dopo aver visto un oggetto su Pinterest!

Non si tratta quindi solo di avere amici o collegamenti, ma di mostrare aspetti brillanti a quelli che attualmente sono i 70 milioni di suoi utenti ma che sono destinati a crescere ancora.
Anche Napoliweb inizia a pensare a Pinterest come strumento per veicolare prodotti sul web: stiamo studiando novità per tutti i nostri clienti!

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Tre app che semplificano il lavoro

Un tempo la produttività tramite il computer si limitava ai software di riferimento quali quelli compresi nel pacchetto Office, come Word o Excel, strumenti indispensabili per caricare, manipolare o gestire dati, informazioni e contenuti da elaborare.

Oggi però sono diventate centrali anche alcune app perfette per prendere appunti a video, e memorizzare non soltanto un link includendo nel salvataggio anche il motivo per cui lo abbiamo conservato. La app Gloss fa tutto ciò perché è un bookmarking tramite il quale sottolineare ed evidenziare passaggi e paragrafi, aiutandoci quindi a ricordare gli argomenti su cui lavorare in un secondo momento. Ed il tutto semplicemente trascinando un’icona.

Qualche funzionalità in più la troviamo nella app Diigo, grazie alla quale oltre alle sottolineature è anche possibile inserire note o commenti, come una sorta di Post-it “virtuale”.
E proprio i celebri Post-it sono protagonisti di Evernote, altro software utilissimo e molto completo (non per niente è il più noto tra quelli affini) che adesso permette di caricare le foto dei veri post-it cartacei, allegandoli al link salvato o al documento di riferimento.

A scavare bene nel mondo delle app si trovano tante idee non solo per lo svago: e tu, quale app usi di più per essere più efficiente al lavoro?

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